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Giulia Gibertini

CUBA 2020



Non ho mai seriamente preso in considerazione l'idea di vedere Cuba con i miei occhi.

Non so dirvi il perchè.

So solo che non è mai stata tra le prime mete della mia "wish list".

Ad ogni modo è andata così, questo 2020 è iniziato con un mese intero a Cuba.

Il viaggio più strano e difficile che io abbia mai fatto.


Perchè Cuba non è come la maggior parte di persone ce la descrivono.

Cuba non sono i resort, i mojito a bordo piscina, le isole abitate solo da turisti e zero locals, musica e salsa ad ogni angolo della strada, sigari costantemente accesi e fumanti, tenuti in bilico tra le labbra rugose di qualche militante della rivoluzione.

No, Cuba è molto più di questo.

Cuba va vissuta e toccata con mano, come viaggiatori autonomi, indipendenti; con gambe, mani e testa. Non crediamo sempre a tutto quello che ci propinano.


Cuba è come un'adolescente alla ricerca della propria identità.

Pretende di essere trattata da adulta, ma il più delle volte si rivela essere solo una bambina.

Comprenderla non è stato semplice, soprattutto al'inizio.

Cuba aspetta, costantemente.

E' immobile, ferma.


Ti delude e ti sorprende, ti disarma e ti affascina, ti spoglia di tutte le certezze, di tutte le abitudini.

Ma si sa far voler bene Cuba, è una gran ruffiana.

Ti fa arrabbiare, imprecare, innervorsire.

Le cose non sono o non vanno come dovrebbero, e non capisci come sia possibile, perchè invece in gran parte potrebbero.

Alle volte la guardi con dolcezza, e vorresti accarezzarla, prenderle la mano, rassicurarla e dirle che andrà tutto bene.

Ingenua eppure scaltra, fragile ma sempre ostinatamente resistente e fiera.

Decadente e malinconica, ma al contempo grandiosa e affascinante.


Cuba è "in potenza".


Per ora grazie per ciò che mi hai donato e insegnato.

Chissà, un giorno forse ci rivedremo.

O forse no.



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