
Spesso mi rendo conto che la parte più difficile del mio lavoro è riuscire a far capire alle persone chi sono e cosa faccio,
o meglio,
che tipo di fotografa sono e voglio essere,
come amo lavorare,
ed in che modo mi distinguo e mi differenzio dal lavoro proposto da altri colleghi.
Che non vuol dire lavorare meglio o peggio rispetto a loro.
Vuol dire semplicemente che ho scelto di essere una Fotografa di Famiglia, e come tale, mi sono specializzata in questo ambito, riempiendo costantemente il mio bagaglio personale di formazione ed esperienza specifica sul campo, per diventare, giorno dopo giorno, la versione migliore di me stessa, come professionista.
Vuol dire che l'occhio dietro la macchina fotografica è il mio, e non quello di qualcun altro.
Vuol dire semplicemente offrire un'esperienza diversa, unica, costruita ad hoc per quella famiglia, per quella determinata occasione o ricorrenza.
Perchè un servizio fotografico è prima di ogni altra cosa un'esperienza,
intima, personale, o da condividere con il proprio compagno, con i propri figli, con la propria famiglia.
Si tratta di tempo da concedersi e da concedere alle persone a noi più care.
Un tempo durante il quale si curano i dettagli, ci si fa belli per l'occasione.
Un tempo durante il quale si dimenticano gli impegni e le scadenze della quotidianità, si spengono i cellulari, e ci si concede senza limitazioni.
Un tempo in cui si può tornare bambini, donandosi una pausa di spensieratezza e leggerezza.
Un tempo che, senza nemmeno rendersene conto, sarà bloccato in quell'istante per sempre, dentro una fotografia. O perchè no, un video.
Ogni famiglia dovrebbe desiderare di custodire per sempre un ricordo così.
Questo è il tempo che Corrado, Tania, Asia e Maia si sono concessi.
Fotografie_ Giulia Gibertini
Video_ Amish Waheed
Let the magic happen.
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